L’ Italia è in finale ai campionati europei, siamo tutti contenti o quasi; a Firenze infatti, come su ogni argomento ci dividiamo tra coloro che non possono tifare la nazionale perché espressione di quel calcio che negli ultimi 20 anni del secolo scorso ha più volte calpestato la dignità di noi fiorentini: dallo scudetto rubato del 1982, passando per la finale di Avellino del 1990, finendo con il fallimento per un cifra quasi irrisoria di fronte ai debiti odierni di altre squadre con la maglia a strisce. Dall’altra parte, invece, ci sono coloro che, nonostante tutto, hanno un così forte spirito nazionalistico a cui importa poco di cosa si nasconda dietro la maglia azzurra e tifano per l’Italia come fosse la Fiorentina; poi ci sono quelli che normalmente non si interessano di calcio e diventano ultrà solo in occasioni come queste (europei e/o mondiali).
Per quanto mi riguarda, mi colloco in una posizione molto democristiana, ovvero né da una parte né dall’altra: la nazionale non è mai riuscita ad affascinarmi più di tanto, sarà perché quei torti di cui sopra li ho vissuti tutti in prima persona, tuttavia sono modernamente soddisfatto se l’Italia vince, non disperato se perde; nel calcio sono monogamo, non riesco – ma per un mio limite personale – a dividere il tifo per due squadre benché siano, e lo riconosco, due cose differenti.
Quello che però mi preme rilevare è la differenza di trattamento sia mediatico che di tifo di due avvenimenti sportivi ugualmente rilevanti come la finale, appunto, della Nazionale ai campionati europei e la storica impresa di Matteo Berrettini sui campi del più prestigioso torneo di tennis, e direi anche di ogni sport, al mondo, ovvero Wimbledon. Le prime pagine dei giornali di questo periodo sono state riempite dalle gesta della squadra di calcio; per non parlare dei post sui social di personaggi comuni e/o vip o presunti tali, innumerevoli quelli dedicati agli azzurri, si contano sulla punta della dite di una mano quelli dedicati a Matteo Berrettini. Eppure l’impresa di Matteo, da un punto di vista sportivo, va ben oltre quella della Nazionale di calcio. Un italiano in semifinale a Wimbledon mancava da 61 anni, l’ultimo è stato Nicola Pietrangeli, per non parlare di cosa significherebbe una finale o addirittura una vittoria, un’impresa che rimarrebbe scolpita nella roccia della storia dello sport italiano.
Impresa però che non sembra scaldare i cuori delle migliaia di tifosi italiani che si riversano nelle strade e nelle piazze della nostra città ad ogni vittoria della Nazionale, ovviamente con la complicità dei media, tutti impegnati a tessere le lodi di Mancini & C., elevando a leggenda ciò che invece è semplice cronaca e non considerando o quasi ciò che invece è storia.
Forza Matteo, non ti curare di loro ma gioca e vinci!!!
Ps: non ha minimamente influenzato il mio pensiero il fatto che tra i colori sociali del torneo di Wimbledon ci sia il viola e che Matteo Berrettini sia un grande tifoso della Fiorentina.