La Fiorentina ha due attaccanti, due ragazzi di appena vent’anni su cui è necessario cominciare a costruire le basi per quella squadra che deve tornare a fare divertire i tifosi. Sono due giocatori che hanno molto in comune oltre all’età, ovvero le potenzialità e il saper giocare a pallone, entrambi non hanno segnato tanti i gol fino a oggi, ma quelli seganti sono quasi tutti di pregevole fattura.
Il gol di Kouamé all’Inter lo può realizzare solo un giocatore che da del tu al pallone, cosi come quello di Vlahovic al Cagliari. Hanno entrambi un grande fisico e un’ottima corsa, la velocità in Serie A è tutto. Oltre i pregi, però, hanno anche in comune i difetti, che sono quelli propri della loro età, ovvero l’incostanza. Tutti siamo stati molto critici con loro ma a 20 anni si ha anche il diritto di sbagliare partita.
Ricordiamo che a quella stessa età Gabriel Batistuta giocava ancora nel Newell’s Old Boys, realizzando 4 gol in 16 partite nel campionato argentino. Era un giocatore potente ma sgraziato e con poca tecnica, inferiore a quella di questi due ragazzi. Luca Toni giocava nel Fiorenzuola e faticava a fare gol in C1; Gilardino al primo anno di Parma, nel 2002 a vent’anni, segnò solo 4 gol in 24 partite ma la stagione successiva ne realizzò 23. Il tempo quindi gioca dalla loro parte e in più questi ragazzi hanno la fortuna di avere un tecnico che sa gestire i giovani attaccanti. Prandelli è la prima scelta tecnica azzeccata di una dirigenza a digiuno di esperienza di calcio professionistico.
La prima regola di un programmazione vincente è quello di dare fiducia a giovani di prospettiva; sarebbe un clamoroso errore cedere oggi Kuoamé, dopo aver investito una cifra importante ieri. Solo dopo poche partite, anche l’indolenza e la svogliatezza che alcune volte entrambi hanno dimostrato in campo può essere corretta, i giocatori si coltivano non solo dal punto di vita tecnico ma anche comportamentale, con la fiducia e qualche rimbrotto e su questo Prandelli è un maestro. È evidente a tutti che la Fiorentina non può comprendere giocatori top, quindi dobbiamo investire soldi, tempo e brutte partite sulla loro formazione, per fare in modo che diventino giocatori veri. E loro hanno tutto per diventarlo.
Hanno bisogno di imparare non di essere ceduti, sbagliare l’acquisto di giocatori è normale, anche le squadre più grandi lo hanno fatto e, purtroppo, noi negli ultimi anni ne abbiamo sbagliati parecchi, ma ciò che non deve essere assolutamente fatto, sopratutto da una squadra come la Fiorentina, è di non credere in giocatori giovani che hanno dimostrato di avere potenzialità enormi. Solo cosi possiamo crescere e tornare di nuovo a essere la Fiorentina.