Dragowski: 6,5 – Due parate importanti, una decisiva sull’1-3 che ha salvato la partita.
Milenkovic: 6 – La sua prova positiva è stata facilitata da un Benevento che è stato pericoloso solo per 15 minuti nel secondo tempo. Periodo in cui però ha sofferto e non poco.
Pezzella: 5 – Capitano poco coraggioso, nel primo tempo nonostante la pochezza del Benevento fa un errore che tra poco ci costa il gol; complice insieme a Cáceres nel gol subito.
Martínez Quarta: 6,5 – Ancora una volta in assoluto il migliore delle difesa, non fa la partita perfetta ma è quasi sempre preciso nell’anticipo e si vede anche in avanti dove stava per segnare di nuovo se non avesse preso il pallone da difensore anziché da attaccante.
Cáceres: 5,5 – Partita anonima, contraddistinta in negativo dalla corresponsabilità del gol insieme a Pezzella e in positivo dal colpo di testa che poi ha favorito il primo gol. Rischia il rigore.
Pulgar: 6 – Dirige il centrocampo in maniera decorosa, niente di più.
Eysseric: 6,5 – Sorprende: un mezzo assist per Vlahovic e un gol di pregevole fattura, nel mezzo però tanta confusione.
Bonaventura: 6,5 – Con Bonaventura è un’altra squadra, qualità e dinamismo che migliorano il gioco.
Venuti: 6,5 – Avevo ancora nella testa la disastrosa partita di Malcuit della scorsa settimana che probabilmente ha influenzato il giudizio, tuttavia rispetto al francese un giocatore decisamente migliore sia in fase offensiva ma sopratutto in quella difensiva.
Ribery: 7 – Sono stanco di ripeterlo ma quando si accende lui la Fiorentina cambia marcia; ha avuto una flessione i primi 20 minuti del secondo tempo, e abbiamo sofferto il Benevento, poi ha ricominciato a giocare e ha chiuso la partita.
Vlahovic: 9 – La prima tripletta non si scorda mai, se nelle partite precedenti sembrava un cucciolo abbandonato, oggi era il Re Leone. Splendido il terzo gol per come lo ha costruito e realizzato: dieci minuti di applausi in piedi.
Callejón: s.v.
Borja Valero: s.v.
Montiel: s.v.
Kouamé: s.v.
Maxi Oliveira: s.v.
Prandelli: 7 – Nella partita più delicata della stagione, dove sbagliare era facilissimo, la squadra risponde presente e questo non può che essere merito dell’allenatore. Comunque solo per il lavoro che ha fatto su Vlahovic, al netto dei molti errori commessi nelle partite precedenti, merita la nostra riconoscenza.