L’inizio del campionato per la Fiorentina non ha riservato partite propriamente agevoli. E lo sapevamo, visto l’esito dei finali dello scorso torneo. In una trasferta ostica come quella contro la Roma, la Fiorentina non ha sfigurato mettendo in mostra quelle doti che quest’anno pare di avere. Soprattutto c’è un tecnico capace di avere convinzioni, idee moderne e piacevoli.
La squadra, è inutile nascondersi dietro speranze e pensieri, è quella dell’anno scorso. Tranne Nico González, giocatore vero, molto interessante e, soprattutto, già pronto per il nostro campionato. Con queste premesse la Viola ha cercato di opporre alla Roma grinta, pragmatismo e voglia, sempre e comunque, di giocare. Peccato che i piani siamo stati scombinati da una maldestra uscita di Dragowski che ha costretto Italiano a rimodulare il canovaccio tattico della partita.
E la Fiorentina, nonostante l’inferiorità numerica, è stata eccome in partita, raggiungendo con pieno merito il pareggio. Peccato che alla lunga le differenze tecniche dei singoli e la panchina numericamente più solida hanno fatto la differenza e, anche con un po’ di sfortuna, la Fiorentina abbia subito due goal su due ripartenze micidiali. Ora l’unica cosa da fare è continuare su questa strada non abbattendosi, migliorando certe situazioni di gioco (difesa e centrocampo negli schemi di Italiano devono essere vicine, strette e rapide), sperando che il calciomercato migliori l’11 titolare.